Strada del Riso Vercellese

Comune di Bianzè

Il paese di Bianzè fu abitato fin dall'epoca romana e viene citato nel diploma del 1152 di Federico Barbarossa, in cui se ne conferma il possesso all'abbazia di Lucedio. Coinvolto nella lotta tra i marchesi del Monferrato e i Visconti, successivamente entrò a far parte dei domini dei primi che, nel 1387, cominciarono la ricostruzione delle fortificazioni. Nel 1616, durante la guerra per la successione del Monferrato, fu saccheggiato dai Savoia e nel 1618 fu sede della sottoscrizione della pace tra questi ultimi e il duca Ferdinando Gonzaga; infine, con il trattato di Cherasco del 1631, Bianzè passò definitivamente ai Savoia.

Il palazzo, chiamato Castello, risale al XVII secolo e fu infeudato prima ai Bobba e poi ai Morozzo; sono scomparse in località Carpeneto, la fortificazione, documentata sin dal 1299 ed un'altra struttura fortificata sul confine di Bianzè, attestata da una stampa del XVII secolo conservata presso l'Archivio di Stato di Vercelli.

A Bianzè si trova il più grande fontanile urbano dell’intero territorio provinciale. La Fossa” è il corso d’acqua che abbraccia il centro abitato di Bianzè. Lungo 2 km e profondo 7 metri in passato ha consentito al paese di salvarsi dalla tubercolosi. Intorno al 1600, quando un po’ ovunque si moriva della cosiddetta peste manzoniana, a Bianzè si moriva di un male che i paesi limitrofi avevano definito la peste di Bianzè. La malattia non presentava i sintomi classici della peste ed era legata perlopiù a infezioni delle vie respiratorie. In realtà era tubercolosi, provocata dai miasmi malsani delle mura delle case. L'alto numero di mortalità spinse le autorità locali a vagliare l'ipotesi di trasferire l'intero borgo a qualche chilometro di distanza, ma i Bianzinesi si opposero. Per risolvere il problema vennero coinvolti i misuratori (gli attuali geometri) e si decise di abbattere le antiche mura pregne di umidità e di ampliare il vecchio fossato per consentire all’acqua di circolare liberamente e non risalire le mura. Intorno al 1780 venne terminata l’opera di bonifica facendo diventare la città una sorta di “isola” circondata dalla sua Fossa. La peste scomparve e il fontanile con le sue sorgive naturali divenne un vero e proprio simbolo di Bianzè.



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